Hana, Taiou e Me

Hana, Tayiou, Tane e Me sono una famiglia di piastrine. Fanno parte della stessa grande comunità di piastrine di plastica di una di tenda di un bar a Fukushima. Sono un popolo unito. Sono solite fare danze mosse dal vento, oppure, quando un gatto le muove con la zampa, o quando vengono scansate da un cliente che entra. Si godono la vita. Hanno sempre vissuto sempre così. E sono felici.
Un giorno però un tremolio le inquieta. Le piastrine tremano tutte insieme. Tayiou, il padre ha un brutto presentimento. Non è la solita danza. I vetri del bar si fracassano. Gli oggetti cadono dalle mensole. Sale un forte odore di alcool rovesciato. Ma poi c’è improvvisamente silenzio. Tayiou chiede ad Hana Tane e Me come stiano e loro rispondono di star bene. Le altre piastrine smettono di muoversi.
Ma dopo circa dieci minuti, il sole si oscura. La salsedine e il sale viaggiano insieme alla gigantesca onda, un muro nero inghiotte la città. L’acqua entra in tutte le parti del bar investendo tutta la comunità di piastrine e tutto diventa buio.
Non si sa quanto tempo sia passato. Ma Tayiou, Hana e Me si svegliano ondeggiando ancora uniti. Non riconoscono questo movimento ondulare. Si ritrovano a galleggiare sul mare. Tayiou ha una ferita sotto l’occhio, Hana ha le parti del corpo ammorbidite e piegate e Me, il loro figlioletto si sta pian piano sgretolando. Ma, Tane il figlio più piccolo che li legava al resto della comunità di piastrine, si è smarrito come tutte le altre…solo loro tre rimangono uniti e non vogliono separarsi accentando così il cullare del mare.

Fino a che, in mare, si imbattono in una chiatta di rifiuti di plastica sopra la quale, volteggiano tanti gabbiani. Sulla chiatta, notano che ci sono tanti oggetti, ma sono tutti separati: una scarpa arancione, un guanto, una lente, non ci sono comunità di piastrine. La loro percezione della comunità comincia a cambiare. Non c’è più la danza mossa dal vento, né ci sono i gatti, non c’è nemmeno l’oscillare delle onde. Ma ogni oggetto è indipendente. Allora Tayiou, Hana e Me capiscono che esistono altri tipi di comunità e di oggetti separati. E sentono che lì, anche loro possono accettare la loro disgregazione, rimanendo vicini ed insieme, ma comunque separati, ognuno con la propria individualità. Perché la separazione dalla comunità crea la persistenza di una piccola comunità, chiamata famiglia.

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