PS6
Mi chiamo PS6 e sono un disco di polistirene, di quelli trasparenti che sta sopra una pila di CD, quelli da masterizzare, avete presente? I miei primi ricordi risalgono agli anni 90, in un polveroso negozio di elettronica della periferia di roma.
Sono il primo della pila dei CD. Sono tutti sotto di me, perché li proteggo.
Un giorno, vedo arrivare delle grandi mani che mi prendono con tutti i miei compagni e mi portano in una casa piccola ma accogliente. Chi mi ha comprato è davvero innamorato.
(Ogni giorno) mi prende tra le mani, e mi alza cantando una canzone romantica diversa. E riempie in uno dei miei compagni.
un giorno ha voglia di ballare…
un altro è in pace col mondo
un altro si capisce che ha litigato…
Un CD dopo l’altro, mi alza cantando d’amore e sento vibrare le sue mani con le note del suo amore. Sono calde. E’ qualcosa che non ho mai provato.
(Ma il tempo passa), i miei compagni se ne vanno via, pieni, e io vado sempre più in basso, più in basso, più in basso, fino a che non rimane nessuno dei miei compagni. E chi mi ha comprato, mi poggia sul davanzale distrattamente. Fa caldo, è estate. La finestra è aperta.
Dove sono i miei compagni con le loro canzoni? A cosa servo io qui ora? Vuoto. Approfitto di una folata di vento e la cavalco per uscire dalla casa piccola ma accogliente.
Chi sono? Rotolo per la strada, schivo i piedi della gente, non so chi sono… sono vuoto. un sasso troppo grande, mi sbalza fuori dalla strada, ma sotto c’è un fiume, so galleggiare! Ma non so chi sono. Mi lascio andare. Dove mi porta? mi porta al mare, non so chi sono e mi lascio andare. Fino alla spiaggia dove rimango una notte intera.
La mattina vedo per la prima volta un’alba. Un calore improvviso, (ma non è il sole.) Sono due mani, che mi raccolgono, una donna cantando una canzone guarda attraverso di me il mare. Non sono più vuoto. E so che il mio destino non è essere per sempre una sola canzone, ma poter esserle tutte.